In Toscana si punta a tornare alla normalità post emergenza Covid-19 con l’aiuto della natura. Grande soddisfazione in Valdisieve di fronte all’approvazione in tempo record della ripresa delle Terapie Forestali da parte del Prefetto di Firenze. Richiesta presentata a inizio settimana dal Sindaco di Pelago Nicola Povoleri insieme all’Ecomuseo Montagna Fiorentina. Pratica già sottoposta dall’Ecomuseo stesso all’attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e del Ministro della Salute Roberto Speranza nelle scorse settimane, mediante invio di una lettera formale atta a richiedere l’inserimento delle Terapie Forestali tra i suggerimenti idonei ad un ritorno soft in ambiente naturale durante la fase 2.
“Con riferimento a quanto richiesto in ordine alla possibilità di svolgere ‘terapie forestali’ all’interno dei parchi ricompresi nei Comuni di Pelago e Rufina – si legge nel documento di risposta inviato in data 19 maggio dalla Prefettura – si rappresenta che il DPCM 17 maggio 2020 consente all’art. 1 comma 1 lett. b) l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici, purché ciò avvenga nel rispetto del divieto di assembramenti di cui all’art. 1, comma 8, primo periodo del decreto-legge 16 maggio 2020 n. 33, nonché della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Pertanto, le attività che si intendono svolgere sembrerebbero essere ricomprese nella fattispecie normativa sopra delineata e dovranno comunque conformarsi ad eventuali ulteriori disposizioni regionali”.
La decisione immediata del Prefetto evidenzia la piena coscienza da parte delle autorità della duplice necessità dei cittadini di tornare in natura al termine di una lunga quarantena tra le mura domestiche e ritrovare un equilibrio emotivo. Il lockdown ha portato infatti a un reale sconvolgimento della vita quotidiana e delle abitudini di ciascuno, con conseguente sviluppo diffuso di condizioni di ansia e stress, come mostrano i più recenti dati nazionali. Sensazioni che, se non adeguatamente elaborate dal singolo individuo, possono innescare la cosiddetta “sindrome della capanna”. Con un senso di immobilità che rende incerti sul ritornare o meno alle vecchie abitudini, tra cui anche il vivere con serenità l’ambiente naturale.
D’altra parte c’è anche chi, al contrario, corre il rischio di tornare in natura senza freni, con attività fisiche spossanti. Le Terapie Forestali, come descritto in dettaglio nella lettera inviata dall’Ecomuseo ai Ministri, vengono in tal senso a rappresentare un utile supporto per affrontare entrambe le condizioni. Trattasi infatti di veri e propri percorsi outdoor definiti con il supporto di equipe mediche, che prevedono lo svolgimento di una serie di attività finalizzate a favorire l’interazione diretta tra ambiente e uomo, così da trarne benefici psicofisici.
Da evidenziare è il riconoscimento delle Terapie Forestali come forma di Medicina Integrativa a supporto delle terapie specialistiche. Accanto agli effetti benefici a livello psicologico, tali attività mostrano infatti effetti diretti e indiretti sul sistema immunitario e cardiocircolatorio. Per certo utili a tutti i cittadini, in tale momento storico le Terapie Forestali potrebbero in particolare essere di supporto alle categorie maggiormente soggette a stress negli scorsi mesi.
Quali gli ospiti delle strutture residenziali, gli operatori sanitari e tutti i soggetti coinvolti in prima linea durante la fase di emergenza sanitaria e sociale. O ancora coloro che abbiano affrontato lutti, violenze o sovraccarico lavorativo. Così come ai soggetti a maggior rischio di contrarre l’infezione, per età e/o patologie concomitanti.
Il placet del Prefetto al riavvio delle Terapie Forestali si presenta così come uno dei primi step a livello regionale di ripresa delle attività collettive in ambiente naturale.
“L’Italia è ricca di aree adatte a sviluppare questi percorsi, soprattutto all’interno di parchi ed aree protette dell’area appenninica, pre appenninica e pre alpina, e numerose sono le esperienze condotte da professionisti in collaborazione con Università, Società Medico-Scientifiche ed altre Organizzazioni ed Istituzioni del settore socio sanitario – sottolinea l’Ecomuseo, portando la propria esperienza come esempio di attività replicabile sul suolo italiano – . In particolare, noi operiamo in Toscana nella ‘Montagna Fiorentina’, a pochi chilometri da Firenze e dalla Piana Fiorentina, seguendo protocolli messi a punto dalla SIMEF (Società Italiana di Medicina Forestale) e da CART – AOUC (Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi), in collaborazione con il Corso di Laurea in Scienze della Montagna – Dipartimento DAFNE – Unitus di Viterbo e ARCAT Toscana. Il ‘nostro’ percorso, certificato per le proposte di Bagno di Foresta, è raggiungibile anche con i mezzi pubblici. Ogni intervento prevede la partecipazione massima di 20 persone verso le quali siamo nelle condizioni logistico/organizzative di garantire il distanziamento sociale durante le attività, oltre che, se ritenuto opportuno, la misurazione della temperatura”.
La scommessa dell’associazione che lo propone e dell’amministrazione di Pelago è di impiegare l’area dell’Ecomuseo, che si estende principalmente tra i Comuni di Pelago, Rufina, Reggello Pontassieve e Londa con quota media relativamente bassa, come sito in cui mettere in pratica attività specifiche, in modalità guidata per supportare i partecipanti ad ottenere il massimo beneficio possibile.
“Come sottolineato dal Sindaco Povoleri nella lettera inviata al Prefetto – aggiunge l’Ecomuseo – , abbiamo già predisposto nelle scorse settimane dei programmi di Terapia Forestale in grado di connettere le persone all’ambiente, nel rispetto delle attuali prescrizioni. Al contempo in grado di rilanciare l’economia locale del nostro territorio e lo sviluppo socioeconomico sostenibile”.
Si avvisano pertanto tutti gli interessati che sia già possibile prenotare le prime uscite, con inizio previsto per sabato 6 Giugno 2020. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito dell’Ecomuseo Montagna Fiorentina (www.ecomuseomontagnafiorentina.it) o mediante invio di una email all’indirizzo [email protected]