Leggio 1: Chiesa della Compagnia
ORATORIO DEL CROCIFISSO-COMPAGNIA DI PELAGO
Risalente nella forma attuale al 1600 circa, la chiesa della Compagnìa, oggi del Santissimo Crocifisso, si sviluppa su un precedente oratorio, di dimensioni più piccole, risalente al 1430.
La denominazione di Santissimo Crocifisso è dovuta alla secolare venerazione Crocifisso ligneo del 1420 circa, situato all’interno dell’Oratorio.
L’autore e il motivo per cui il crocifisso fu realizzato rimangono ad oggi un mistero. E ancor più misteriosa è l’antica leggenda del XIV secolo, secondo la quale l’opera lignea, collocata nella chiesa di Ferrano o di Magnale, venisse più volte ritrovata nell’Oratorio di Pelago nonostante che ogni volta fosse riportata nella sua originaria ubicazione. Il crocifisso fu quindi lasciato nell’Oratorio ad esso dedicato.
In onore di questo evento veniva celebrata la Festa Grossa ogni 7 anni con durata di 7 giorni. E dal 1993 si è rinnovata questa tradizione.
L’Oratorio è denominato della Compagnìa già dal 1500, facendo riferimento ad una Compagnìa di laici presente inizialmente nel Borgo del Castello che, a seguito delle indicazioni del Pievano di Pelago, stabilì poi la propria sede nel piccolo Oratorio.
La prima notizia storica della strutturazione della Compagnia della Vergine Maria di Pelago la troviamo nella bolla del 1574 del Vescovo di Fiesole Francesco Da Diacceto, membro della famiglia dei Cattani da Diacceto del Castello di Pelago, con la quale concedeva quaranta giorni di indulgenza per coloro che avessero visitato l’Oratorio.
Nel 1600 l’oratorio aveva solo un altare dedicato alla Visitazione di Maria, con un dipinto oggi conservato in Pieve, una “Madonna di rilievo” (perduta) ed il Santissimo Crocifisso con Tabernacolo oggi presente sull’altare maggiore.
Tra il 1625 ed il 1639 la struttura fu ampliata e risanata, e fu costruito il secondo altare dedicato a Sant’Antonio da Padova e la Loggia esterna.
Per celebrare questo evento il 13 aprile 1640 Papa Urbano VIII inviò una Bolla con la quale concedeva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che sarebbero diventati confratelli, anche in punto di morte, della Compagnia e sette anni di indulto a chi visitava (visitasse o avesse visitato) l’Oratorio che divenne così meta di pellegrinaggio e luogo di sosta per chi si recava a Vallombrosa.
(forse togliere questo) Nel coro del 1700 l’Oratorio subì numerosi interventi per sopperire al grave problema di umidità causato da una “gora” vicina, furono ampliati i locali e fu innalzato il tetto.
Intanto la venerazione del Crocifisso era talmente diffusa che il 25 luglio 1728 l’Oratorio della Compagnìa fu completamente parato di rosso ed il Granduca Gastone De’ Medici concesse numerosi arazzi per addobbare la Chiesa e due statue poste sopra la porta d’ingresso.
Nel 1785, a seguito del Motu Proprio di Pietro Leopoldo, la Compagnìa della Vergine Maria fu soppressa. Nel secondo conflitto mondiale la Chiesa andò quasi completamente distrutta ad eccezione della loggia esterna e del presbiterio. La Chiesa rimase aperta al culto del Crocifisso.