Leggio 3: Il Castello di Vicorati è sotto Assedio!
Il potere della famiglia dei Conti Guidi, che per lunghi secoli dominò questi territori, iniziò a vacillare con la divisione in “rami famigliari” già dalla metà del XIII secolo; nello stesso periodo muore l’Imperatore Federico II di Svevia, lo stupor mundi al quale le famiglie feudali come i Guidi erano fedelissime, iniziando il declino del Sacro Romano Impero in Italia. La nascente potenza della vicina città dei mercanti di Firenze, già libero Comune e Repubblica e la sua espansione nel contado vicino, e i tanti debiti accumulati nel tempo fecero sì che sul finire del ‘300 la casata dei Conti Guidi fosse in piena crisi.
Il potere che questi avevano sul territorio di Londa si ridusse sempre più tramite la vendita (per riparare ai propri debiti) di quelli che un tempo furono potenti castelli.
Nel 1337 il Castello del Pozzo (con la sua Contea), e il castello di Vicorati furono venduti a Piero di Gualterotto de Bardi, mercante e banchiere di Firenze. La proprietà fu ereditata da Andrea di Filippozzo de’ Bardi, parente del Simone de’ Bardi marito di Beatrice Portinari, “la Beatrice” che ispirò Dante Alighieri.
Nel 1353 Andrea di Filippozzo fu bandito dal Comune di Firenze per “maleficio”, privato dei suoi diritti la giustizia si sarebbe appoggiata alla comunità per individuarlo e punirlo: tutti avrebbero potuto catturarlo senza alcun scrupolo.
Questa situazione fu sfruttata dal Conte Guido di Battifolle, Roberto Guidi e Francesco di Bandino di Modigliana (sempre della famiglia dei Guidi) per riprendersi il Castello di Vicorati su cui rivendicavano la loro proprietà.
Nel settembre 1353, i nobili radunarono a Stia (Casentino) soldati a loro fedeli e armati con ogni tipo di arma avanzarono verso Vicorati. L’esercito arrivò di notte senza che i soldati di guardia al castello se ne accorgessero “d’improvviso” a notte fonda e grazie ad alcune “spie” interne al castello con cui i Guidi si erano accordati, le truppe riuscirono con facilità ad entrare entro la prima cinta muraria.
Andrea de’ Bardi e i suoi fratelli vinti dall’improvviso assedio, si rifugiarono all’interno della Torre centrale del castello, mentre le truppe avversarie si preparavano a “tagliarla” con loro all’interno. Rinchiusi dentro la torre mentre i Guidi cercavano il modo di buttarla giù, Andrea riuscì a mandar a Firenze notizia di quel che stava accadendo. Avuta tale notizia Firenze ordinò ai Conti Guidi di cessare immediatamente l’assedio, pena la loro messa al “bando” con tutte le sue conseguenze.
Valutata la situazione i Guidi fermarono l’assedio ma prima di obbedire, Francesco Guidi (luogotenente delle truppe) mosso da un impulso di vendetta saccheggiò il Castello, lo diede alle fiamme e si macchiò del grave crimine dell’uccisione con esecuzione il malcapitato dicomanese Gagliardo di Mordacchia.
Nonostante la gravità dei fatti, Firenze graziò i Guidi dalle gravi accuse e annullò l’esilio ai Bardi per riappacificare le due famiglie, cercando di stabilizzare così quella parte di Contado.
Ciò nonostante i conti Guidi contrastarono più volte ai Bardi quella piccola contea, sino a che nel 1375 quest’ultimi, stanchi delle continue rivendicazioni dei Guidi, vendettero i castelli del Pozzo e di Vicorati con tutte le loro pertinenze al Comune di Firenze che incorporò tutto al suo contado
The power of the Guidi Counts, who dominated these territories for long centuries, began to falter with the division into “family branches” as early as the mid-thirteenth century; in the same period, the Emperor Frederick II of Swabia died, the stupor mundi (to which the Guidi were very loyal), starting the decline of the Holy Roman Empire in Italy. The rising power of the nearby merchant city of Florence, already a free Municipality and Republic, and its expansion into the neighboring countryside, in addition to the many debts accumulated over time, meant that at the end of the 14th century the Guidi family was in full crisis. The power they had over the Londa territory was reduced more and more through the sale of what were once powerful castles. In 1337 the Castello del Pozzo and the castle of Vicorati were sold to Piero di Gualterotto de Bardi, a merchant and banker from Florence.
The property was inherited by Andrea di Filippozzo de Bardi, relative of Simone de ‘Bardi, husband of Beatrice Portinari, Dante Alighieri’s muse. In 1353 Andrea di Filippozzo was banished by the Municipality of Florence for conspiracy; deprived of his rights, justice would have relied on the community to identify and punish him: everyone could captured him without any scruple. This situation was taken advantage of by Count Guido from Battifolle, Roberto Guidi and Francesco di Bandino di Modigliana (also a Guidi) taking back the Vicorati Castle on which they claimed their property. In September 1353 the nobles gathered their loyal soldiers in Stia (Casentino) and with all kinds of weapons advanced towards Vicorati. The army arrived at night and thanks to some spies in the castle, the troops easily managed to penetrate the first walls. Andrea de ‘Bardi and his brothers took refuge inside the central Tower, while the enemy troops were preparing to demolish it with them inside. Locked inside the tower, while the Guidi were looking for a way to knock it down, Andrea managed to send news to Florence of what was happening. The Guidi were thus ordered to cease the siege immediately, under penalty of their “ban” with all its consequences. Having assessed the situation, the Guidi stopped but before obeying, Francesco Guidi (lieutenant of the troops), moved by an impulse of revenge, sacked the castle, set it on fire and committed the serious crime of having executed the unfortunate Gagliardo of Mordacchia. Florence pardoned the Guidi of serious accusations and canceled the Bardis’ exile to reconcile the two families, managing in this way to stabilize this part of the countryside.