Berceto
Poco si sa sulla località Berceto se non il fatto che è da sempre riportato sulle mappe storiche del luogo, e che la costruzione manifesta segni di antichità.
Il toponimo di “Berceto” potrebbe aver origine in epoca preromana, in quanto secondo alcuni storici deriverebbe da un termine del popolo Ligure trasformato poi in epoca romana in Quercetum e poi in epoca medievale trasformato dialettalmente in Berceto.
L’insediamento, che oggi è una casa ad uso agricolo che manifesta evidenti segni architettonici medievali, se non precedenti, è posto sul tracciato della antica Mulattiera Casentinese a poca distanza da Madonna dei Fossi e ad un crocevia della stessa viabilità con l’antica strada di collegamento tra Tòsina, Castelnuovo, Metamorli, Berceto.
Strage Nazifascista di Berceto
A partire dai primi di aprile del 1944, gli uomini della Divisione “Hermann Göring” sono impegnati sui rilievi dei monti Morello, Falterona, Giovi e nell’area del Casentino in una grande operazione di rastrellamento antipartigiano che lascia dietro di sé un significativo numero di eccidi. Il 17 aprile, i soldati della Göring giungono nel comune di Rufina in Valdisieve. Quella mattina, in località Berceto nei pressi di Pomino, alcuni partigiani del gruppo comandato da Pietrino Corsinovi appartenente alla “Lanciotto Ballerini” trovarono ospitalità in una capanna attigua all’abitazione della famiglia Vengelisti, nonostante il capofamiglia, Lazzaro Vangelisti, cerchi di convincerli a ripartire il più presto, dato che in zona è in corso il rastrellamento tedesco. In effetti, poco dopo, piombano sulla capanna gli uomini della “Göring”, tra i quali vi sono anche militi italiani della RSI. Cinque partigiani vengono catturati, due dei quali, Guglielmo Tesi e Mauro Chiti vengono fucilati all’istante. Fatto ciò, la furia dei soldati si abbatte sulla famiglia Vangelisti, ritenuta fiancheggiatrice dei partigiani: la moglie di Lazzaro, Giulia, assieme alle quattro figlie (una delle quali di appena due anni) vengono barbaramente seviziate e uccise, mentre la loro abitazione è saccheggiata e data alle fiamme. Lazzaro, assiste impotente alla scena non lontano da casa. Lo stesso copione i soldati della “Göring” adottano nei confronti delle famiglie Ebicci e Soldeti, vicini dei Vangelisti: vengono uccisi i coniugi Alessandro e Isola Ebicci e Fabio e Iolanda Soldeti, rispettivamente nonno e nipote, e le loro case date alle fiamme.
Elenco delle vittime decedute
1. Alinari Giulia fu Angelo e fu Bandini Palmira, nata a Pratovecchio (Arezzo) il 27/03/1898, residente a Rufina.
2. Chiti Mauro, di Carmignano (Prato), coetaneo di Tesi Guglielmo [vedi poi], partigiano, ucciso.
3. Ebicci Alessandro di n.n., nato a Firenze il 06/08/1866, domiciliato a Rufina, frazione di Berceto.
4. Geri Isola in Ebicci di Tommaso e di Zeragli Zelaide, nata a Pelago (Firenze) il 16/03/1895, domiciliata in Rufina, frazione di Berceto.
5. Soldeti Fabio di n.n. nato a Firenze il 04/12/1863, domiciliato a Rufina, frazione di Berceto.
6. Soldeti Iolanda di Gino e di Grolli Teresa, nata a Rufina il 10/12/1925, domiciliata nella frazione di Rufina.
7. Tesi Guglielmo, detto “Teotiste” di Algiro Giuseppe e Teotiste Mariotti, nato a Campi Bisenzio (Firenze) il 26/01/1925, partigiano.
8. Vangelisti Anna di Lazzaro e fu Alinari Giulia, nata a Castel San Niccolò (Arezzo) il 24/08/1942.
9. Vangelisti Angiolina di Lazzaro e fu Alinari Giulia, nata a Pratovecchio (Arezzo) il 05/03/1922. 10. Vangelisti Bruna di Lazzaro e fu Alinari Giulia, nata a Pratovecchio (Arezzo) il 21/02/1921. 11. Vangelisti Isola di Lazzaro e fu Alinari Giulia, nata a Pratovecchio (Arezzo) il 15/08/1935.
Fonte: www.straginazifasciste.it
Popoli e strade della Valdisieve Comune di Pontassieve M. Mantovani