Fonte e Cappella di San Giovanni Gualberto – Le mura dei Monaci

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Cappella in cui San Giovanni Gualberto si ritirava sovente in preghiera e in penitenza, nella foresta di Vallombrosa

La cappella e la fonte furono fatte costruite nel 1629 dall’Abate Averardo Niccolini, sui resti di un piccolo preesistente edificio, sorto nel luogo in cui San Giovanni Gualberto si ritirava sovente in preghiera e in penitenza. Nella cappella, prima della soppressione degli ordini religiosi, si usava fare il catechismo e si celebrava la messa per le donne che non potevano oltrepassare questo luogo, che segnava il limite di clausura del monastero (circondato da mura). La cappella ha forma quadrata, con tetto a doppio spiovente. La facciata è preceduta da un loggiato sorretto da pilastri. La porta d’ingresso è sormontata da una trabeazione e un frontone con al centro un vaso a rilievo. Ai lati della porta sono situate due basse finestrelle, che danno luce all’interno. Sulla facciata, sopra il loggiato, si apre un’altra finestra. All’interno è situato un altare in pietra decorato con colonne e sormontato da un tabernacolo che racchiude un affresco raffigurante S. Giovanni Gualberto. Altri due affreschi abbelliscono le pareti laterali. La fonte è formata da 3 nicchie; in quella centrale è posta la statua in pietra (da lungo tempo priva di testa) del santo nell’atto di immergere i piedi nell’acqua (la tradizione infatti narra che anche in inverno il santo immergesse i suoi piedi nella fonte durante la lettura dei salmi). La fonte costituiva una meta per monaci e pellegrini, e in alcuni giorni festivi dell’anno (dopo la celebrazione solenne della messa) vi veniva distribuito cibo ai poveri.

 

Fonte: cornucopia

La Cappella rientra nel Circuito delle Cappelle.

Un percorso che tocca luoghi dal forte significato religioso, in cui, nel corso dei secoli, per sostanziare tale religiosità, furono costruite le Cappelle. Una religiosità che prende origine dalla natura del luogo: Fitte abetine, silenzi rotti soltanto dai numerosi ruscelli presenti, l’odore dei muschi inumiditi, proiettano in una dimensione diversa dall’ordinario la quale fu, probabilmente, fonte di ispirazione dei Monaci Vallombrosani fin dal XI secolo.

Le Cappelle, che sono 10,  possono essere visitate singolarmente o seguendo un circuito che permette di visitarle tutte, tramite un’affascinante ed evocativo sentiero.

Di seguito riportiamo una cartina interattiva che permette di visionare la locazione delle suddette Cappelle.

Traccia GPS del tracciato (.gpx): Circuito delle Cappelle Vallombrosa