Leggio 3: Palazzo Marchionni e le Cisterne Sotterranee

Home » Siti di interesse » Leggio 3: Palazzo Marchionni e le Cisterne Sotterranee
Leggio 3: Palazzo Marchionni e le Cisterne Sotterranee

PALAZZO MARCHIONNI E LE CISTERNE SOTTERRANEE

Il Palazzo Marchionni, conosciuto anche come Palazzo Stupan, deve il suo nome ai suoi originari proprietari, la famiglia notarile dei Marchionni che ebbe la proprietà sin almeno dal 1500.

Nel 20 ottobre 1627 i Marchionni ricevettero la cittadinanza fiorentina ed è forse per celebrare quell’evento che il preesistente edificio abitativo fu trasformato in un Palazzotto signorile all’altezza del nuovo prestigio acquisito. L’aspetto attuale del Palazzo deve essere ricercato con probabilità al restauro avvenuto nel 1700, in coincidenza con l’ammissione della famiglia Marchionni alla nobiltà.

L’edificio preesistente faceva parte del Borgo del Castello e da tracce di paramenti murari della cantina del palazzo è possibile datarlo al XIII-XIV secolo circa.

Il palazzo ha quindi “assistito” all’evoluzione del borgo di Pelago e della sua Piazza, la quale subì una grande trasformazione nell’800 per sopperire ad una problematica sempre più frequente in estate causata dall’aumento demografico: la mancanza d’acqua. Infatti la popolazione del borgo del Castello denunciava già nell’Aprile del 1823 che “il pozzo [oggi coperto] di piazza si secca prima che passi il mese di giugno”; una situazione che recava gravi problemi sanitari, costringendo gli abitanti a reperire l’acqua da fonti lontane.

La magistratura pubblica intervenne e deliberò di “approfondire il pozzo di Pelago” ad una profondità di 20 metri e di convogliare lì l’acqua piovana per sopperire alla problematica.

Questa soluzione non fu sufficiente e fu deciso di realizzare una grande cisterna sotto la piazza, più a monte rispetto al pozzo.

Si tratta di un’opera considerevole in quanto nell’area centrale della Piazza venne realizzata una cisterna di circa 14 metri di lunghezza e 7 di larghezza, la quale con altezza media di 3,50 metri, venne coperta da una volta a botte a sesto ribassato, fatta “in mattoni ben cotti e ferrigni murati” che con 2 setti verticali in mattoni andava a tripartire l’ambiente. 

L’acqua veniva garantita, oltre che dal pozzo, da una sorgente situata nella campagna di Pelago che tramite una serie di condotti in terracotta arrivava alle cisterne

Tale innalzamento è evidente nell’angolo Sud-Ovest di Palazzo Marchionni, sui muri di retta in cui è affisso questo leggio; i muri consentirono di creare un’area di rispetto per non occludere le finestre inginocchiate al pianterreno del Palazzo Marchionni.

La cisterna è collegata ad una vasca più piccola che era la porzione ipogea di una struttura più grande chiamata “fabbrichetta”, provvista di una piccola vasca di pietra per abbeverare gli animali e di una porta per prelevare l’acqua. 

Oggi tale struttura non è più esistente e al suo posto troviamo l’attuale fontana della Piazza.