Leggio 6: Il Castello di San Leolino e Guido Guerra

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Un antico e misterioso castello che ha visto come signore il conte Guido Guerra V, scudiere dell'Imperatore Federico II

Di origine incerta, il castello di San Leolino fu probabilmente costruito su una fortificazione presistente, forse romana, ed era proprietà dei Conti Guidi di Battifolle e Poppi fino ad almeno il XI sec. Le prime notizie storiche ci giungono grazie a una donazione fatta dagli stessi Guidi al Monastero di Camaldoli nel 1100. Il castello, oggi diruto, rappresentò per i conti Guidi il punto di maggior forza più avanzato proteso nel Contado Fiorentino dal natio Casentino. San Leolino costituì per molto tempo la più importante piazzaforte della zona, altamente fortificato e sede della guarnigione militare. Il castello non aveva funzione esclusivamente militare, ma era curtense e residenziale. Nel 1239 vi risedeva infatti un personaggio storico di rilievo: Guido Guerra V di Modigliana. Nato nel 1220, rimasto orfano del padre in tenera età, fu affidato agli zii paterni e all’età di 14 anni era scudiero e pupillo dell’Imperatore Federico Il di Svevia.

Nonostante fosse cresciuto alla corte di Svevia, sede del ghibellismo Europeo, Guido Guerra V tornato a Firenze sposò la causa Guelfa, combattendo per i fiorentini in numerose battaglie. Le vittorie, la fedeltà e le capacità del Guidi fecero di lui uno dei principali capitani guelfi, diventando nel tempo uomo di fiducia di Papa Innocenzio IV. Tale era diventato il suo distacco dall’Imperatore che nel 1245 fece parte della scorta che accompagnò il pontefice al concilio di Lione nel quale Innocenzo IV avrebbe solennemente scomunicato Federico II.

Nel 1248 ottenne dal Papa il titolo di Capitanei pro ecclesio, Capitano Generale della Santa Sede. La fedeltà a Firenze culminò con la vittoria della battaglia di Benevento il 26 febbraio 1266, nella quale le truppe guelfe di Carlo d’Angiò sconfissero quelle ghibelline di Manfredi di Sicilia. Il Guidi rientrò a Firenze da trionfatore e gli fu affidato il capitanato della città, primo caso di assegnazione di tale carica a un non fiorentino. La memoria di Guido Guerra è stata impressa nel tempo da Dante Alighieri che nella Divina Commedia lo colloca fra i tre fiorentini sodomiti nel XVI canto dell’Inferno “nepote fu de la buona Gualdrada; Guido Guerra ebbe nome, e in sua vita fece col senno assai e con la spada“.

Nella decadenza della famiglia dei Conti Guidi, il castello di San Leolino fu uno degli ultimi castelli a cadere in mano fiorentina. Prova dell’importanza della fortificazione è testimoniata dal fatto che all’atto della definitiva sottomissione dei Guidi (nella metà del XV sec.(, la rocca restò sede di un munito presidio fiorentino, guidato da un castellano militarmente attento a quell’angolo di contado. Il Granduca di Toscana Ferdinando II nel 1645 ristabilì il territorio feudale con titolo di Marchesato di San Lorino.