Leggio 6: Le Due Pievi e l’Antipapa
Il castello di Pelago ha subito nel corso dei secoli molte modifiche che ne hanno alterato l’aspetto.
Una di queste ha riguardato l’elevazione a Pieve nel XV sec. della chiesa castellana di San Clemente, esistente già tre secoli prima. La curiosità è rappresentata dal fatto che fosse già presente la Pieve di San Gervasio a Sorgnano in una località chiamata ancora oggi “La Pieve” che si trovava, come è facile osservare in Toscana, a circa un chilometro di distanza; la Pieve di San Clemente all’interno del castello rappresenta quindi un’eccezione e si assiste alla fusione del potere temporale rappresentato dal castello con quello religioso della Pieve.
Questa particolare situazione comportò la partizione del Popolo di Pelago sotto due parrocchie: la popolazione del Burgus Castri, al di fuori delle mura del Castello, sotto il Popolo di San Gervasio e gli abitanti del Castrum e delle ricche abitazioni del Mercatale “platea fori sive forum Pelagi” sotto il Popolo di San Clemente.
La Pieve di San Gervasio andò distrutta a seguito di uno smottamento avvenuto a inizio XVI secolo lasciando così alla sola Pieve del castello il controllo del Popolo di Pelago.
La torre campanaria che oggi osserviamo fu eretta in occasione dell’elevazione a Pieve di San Clemente il 3 luglio 1413 da parte di Papa Giovanni XXIII in un periodo davvero anomalo. In quel tempo erano presenti contemporaneamente ben 3 papi: Papa Gregorio XII a Roma, Benedetto XIII ad Avignone, e Giovanni XXIII a Pisa; quest’ultimo fu dichiarato “antipapa” 500 anni dopo la sua morte ma nonostante ciò, il cardinale Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, nel 1958, disse di lui: “Un antipapa, ma in fondo ebbe il merito di convocare il Concilio di Costanza, che restituì l’unità alla Chiesa”.
La trasformazione da fortezza torrita a palatium è da ricercarsi sul finire del 1600, in cui le esigenze di incastellamento fortificato mutarono a favore di un più prestigioso e comodo Palazzo. Un’altra grande trasformazione avvenne nel 1920 circa, quando le condizioni fatiscenti e i problemi sanitari delle famiglie che vivevano nel “vecchio castello”, costrinsero l’amministrazione comunale di Pelago a comprare l’edificio ed eseguire un definitivo restauro, al cui interno e lungo la facciata posteriore resistono, a testimonianza del suo passato, caratteri architettonici medievali.